venerdì 21 dicembre 2007

appello pubblico contro la videosorveglianza



















A due mesi da un´assemblea orizzontale incredibilmente partecipata, nella quale una parte consistente della cittadinanza bellunese si è espressa con una netta contrarietà al progetto securitario paventato da quest´amministrazione, ci troviamo di fronte ad una situazione surreale e se possibile ancora peggiore.
Nonostante un´esplicita bocciatura al progetto della giunta Prade, esercitata anche attraverso una costante pressione democratica dal basso di tutti quei cittadini che si sono attivati in queste ultime settimane, l´amministrazione non ha messo in discussione nemmeno una virgola del proprio agire.
Si è arrivati al punto che il sindaco Prade è stato costretto a "licenziare" il vicesindaco Gidoni che addirittura voleva importare a Belluno l´ordinanza Bitonci (per la quale si può accedere ai diritti di cittadinanza solamente se si ha un reddito prestabilito) e quindi inasprire ulteriormente la visione xenofoba, sicuritaria e pregiudizievole espressa da una giunta che, dall’inizio del suo mandato, deve ancora promuovere un atto PER i propri cittadini anziché CONTRO qualcuno.
Siamo alla schizofrenia! Da una parte si caccia Gidoni dichiarando che "a Belluno non c´è un reale problema di sicurezza" dall´altra si spendono oltre 70 mila euro per installare l´inutile impianto di videosorveglianza.
Da metà gennaio, infatti, vivremo in una città controllata 24 ore su 24 da costose telecamere, ennesimo tentativo fallimentare di affrontare i problemi sociali della città trasformandoli in questioni d´ordine pubblico. E’ inaccettabile che si utilizzino strumenti di controllo e repressione anzichè affrontare le criticità sociali di una città che, nonostante l’allarmismo di questa giunta, risulta tra le più sicure d’Italia. Il controllo della videosorveglianza verrà affidato ai vigili urbani, un corpo che in sei mesi è stato fatto diventare un "organo di polizia" e che spesso viene identificato come un "nemico" dai cittadini a causa di scelte politiche volte ad usare i vigili come strumento per far cassa.

Invitiamo tutti i cittadini residenti e non (le piazze sono di tutti), le associazioni e i movimenti a sottoscrivere questo appello per
un blocco immediato del progetto di videosorveglianza e per il reinvestimento della cifra spesa per le telecamere in politiche sociali attive per una sicurezza che parta dai diritti invece che dai divieti e dalle paure.
La volontà è di costruire un patto tra tutti quei cittadini e quei soggetti che vogliono bloccare le derive di intolleranza di questa giunta per costruire, partendo da qui, un’altra Belluno.



per aderire all'appello contro la videosorveglianza

inviate una mail all'indirizzo altrabelluno@libero.it
oppure
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giovedì 8 novembre 2007

ripuliamo la città





sabato 10 novembre ore 14.30
piazza Duomo

pubblica cancellazione delle scritte nazi-fasciste


un gesto necessario, nato in un'assemblea piena di cittadini in cui si è deciso di riprendersi cura della propria città come bene comune.
Da qui la volontà di ripulire simbolicamente la città da un clima di intolleranza, da qui la scelta di cominciare dalle infami scritte nazi-fasciste comparse sui muri cittadini.
Ci avevno detto che le avrebbe ripulite l'amministrazione, ma il sindaco ha dichiarato che non c'è abbastanza organico per farlo e il vicesindaco Gidoni pochi giorni dopo le ha definite addirittura "libera espressione politica"..
Un primo atto simbolico per ribadire che la città è uno spazio comune dei cittadini e che a Belluno non c'è spazio per razzismo e xenofobia


mercoledì 7 novembre 2007

…dall’assemblea dell’altra Belluno…





Venerdi sera ci siamo presi uno spazio e un momento per ragionare sulla città.
Da quest’assemblea è uscita una forte contrarietà al modello sicuritario che l’amministraziona sta attuando a Belluno, un modello calato dall’alto senza un confronto con la cittadinanza e soprattutto senza una valutazione delle reali esigenze della nostra città.
Dalla discussione è emersa una completa bocciatura dei divieti contenuti nell’ordinanza comunale presentata sui giornali, in quanto composta da una serie di assurde norme che avranno il solo effetto di limitare le libertà personali di tutti i cittadini.
Inoltre si ritenuto inopportuna la spesa di 70 mila euro (tra Regione Veneto e Comune di Belluno) per l’istallazione del sistema di videosorveglianza per il centro storico.
Due esempi di un modello di gestione del territorio volto, invece che alla risoluzione dei problemi cittadini, alla trasformazione di ogni problematica sociale in un problema di ordine pubblico; scelte per le quali vengono spostati i fondi dalle politiche sociali alle politiche sicuritarie.
La cosa più significativa dell’assemblea è stata una forte condivisione della volontà di costruire un’altra città… una Belluno fatta di occasioni di partecipazione, spazi di socializzazione, integrazione e soprattutto una gestione della città come spazio comune.
La sicurezza secondo noi si costruisce non partendo dalle paure e dai pregiudizi, ma dalla riappropriazione della città da parte dei cittadini.
Oggi siamo qui per portare in consiglio comunale le istanze uscite venerdì sera e per esercitare una pressione democratica sulla discussione in atto.
Durante l’assemblea, inoltre, si è creato un gruppo di più di 30 volontari per cancellare le scritte nazi-fasciste, nei prossimi giorni aspettiamo la risposta del Presidente del consiglio comunale Oreste Cugnach, che di fronte alla cittadinanza si è assunto l’impegno di fornire i materiali per la cancellazione.


Un’altra Belluno

lunedì 5 novembre 2007