A due mesi da un´assemblea orizzontale incredibilmente partecipata, nella quale una parte consistente della cittadinanza bellunese si è espressa con una netta contrarietà al progetto securitario paventato da quest´amministrazione, ci troviamo di fronte ad una situazione surreale e se possibile ancora peggiore.
Nonostante un´esplicita bocciatura al progetto della giunta Prade, esercitata anche attraverso una costante pressione democratica dal basso di tutti quei cittadini che si sono attivati in queste ultime settimane, l´amministrazione non ha messo in discussione nemmeno una virgola del proprio agire.
Si è arrivati al punto che il sindaco Prade è stato costretto a "licenziare" il vicesindaco Gidoni che addirittura voleva importare a Belluno l´ordinanza Bitonci (per la quale si può accedere ai diritti di cittadinanza solamente se si ha un reddito prestabilito) e quindi inasprire ulteriormente la visione xenofoba, sicuritaria e pregiudizievole espressa da una giunta che, dall’inizio del suo mandato, deve ancora promuovere un atto PER i propri cittadini anziché CONTRO qualcuno.
Siamo alla schizofrenia! Da una parte si caccia Gidoni dichiarando che "a Belluno non c´è un reale problema di sicurezza" dall´altra si spendono oltre 70 mila euro per installare l´inutile impianto di videosorveglianza.
Da metà gennaio, infatti, vivremo in una città controllata 24 ore su 24 da costose telecamere, ennesimo tentativo fallimentare di affrontare i problemi sociali della città trasformandoli in questioni d´ordine pubblico. E’ inaccettabile che si utilizzino strumenti di controllo e repressione anzichè affrontare le criticità sociali di una città che, nonostante l’allarmismo di questa giunta, risulta tra le più sicure d’Italia. Il controllo della videosorveglianza verrà affidato ai vigili urbani, un corpo che in sei mesi è stato fatto diventare un "organo di polizia" e che spesso viene identificato come un "nemico" dai cittadini a causa di scelte politiche volte ad usare i vigili come strumento per far cassa.
Invitiamo tutti i cittadini residenti e non (le piazze sono di tutti), le associazioni e i movimenti a sottoscrivere questo appello per
un blocco immediato del progetto di videosorveglianza e per il reinvestimento della cifra spesa per le telecamere in politiche sociali attive per una sicurezza che parta dai diritti invece che dai divieti e dalle paure.
La volontà è di costruire un patto tra tutti quei cittadini e quei soggetti che vogliono bloccare le derive di intolleranza di questa giunta per costruire, partendo da qui, un’altra Belluno.
Nonostante un´esplicita bocciatura al progetto della giunta Prade, esercitata anche attraverso una costante pressione democratica dal basso di tutti quei cittadini che si sono attivati in queste ultime settimane, l´amministrazione non ha messo in discussione nemmeno una virgola del proprio agire.
Si è arrivati al punto che il sindaco Prade è stato costretto a "licenziare" il vicesindaco Gidoni che addirittura voleva importare a Belluno l´ordinanza Bitonci (per la quale si può accedere ai diritti di cittadinanza solamente se si ha un reddito prestabilito) e quindi inasprire ulteriormente la visione xenofoba, sicuritaria e pregiudizievole espressa da una giunta che, dall’inizio del suo mandato, deve ancora promuovere un atto PER i propri cittadini anziché CONTRO qualcuno.
Siamo alla schizofrenia! Da una parte si caccia Gidoni dichiarando che "a Belluno non c´è un reale problema di sicurezza" dall´altra si spendono oltre 70 mila euro per installare l´inutile impianto di videosorveglianza.
Da metà gennaio, infatti, vivremo in una città controllata 24 ore su 24 da costose telecamere, ennesimo tentativo fallimentare di affrontare i problemi sociali della città trasformandoli in questioni d´ordine pubblico. E’ inaccettabile che si utilizzino strumenti di controllo e repressione anzichè affrontare le criticità sociali di una città che, nonostante l’allarmismo di questa giunta, risulta tra le più sicure d’Italia. Il controllo della videosorveglianza verrà affidato ai vigili urbani, un corpo che in sei mesi è stato fatto diventare un "organo di polizia" e che spesso viene identificato come un "nemico" dai cittadini a causa di scelte politiche volte ad usare i vigili come strumento per far cassa.
Invitiamo tutti i cittadini residenti e non (le piazze sono di tutti), le associazioni e i movimenti a sottoscrivere questo appello per
un blocco immediato del progetto di videosorveglianza e per il reinvestimento della cifra spesa per le telecamere in politiche sociali attive per una sicurezza che parta dai diritti invece che dai divieti e dalle paure.
La volontà è di costruire un patto tra tutti quei cittadini e quei soggetti che vogliono bloccare le derive di intolleranza di questa giunta per costruire, partendo da qui, un’altra Belluno.
per aderire all'appello contro la videosorveglianza
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